COMUNE DI CAPOLIVERI

Capoliveri è uno dei luoghi più interessanti dell’isola e costituisce uno dei centri abitati più amati dai turisti; il borgo antico è situato su una verde collina e la sua bella piazza ha la sembianza di una splendida terrazza sul mare con sullo sfondo il campanile della chiesa sempre illuminato.

In seguito alla definitiva sconfitta della pirateria barbaresca, l’isola conobbe un forte flusso migratorio interno dalla collina al mare, ma Capoliveri non fu coinvolta in questo processo e la sua importanza non andò mai a diminuire.

Anche se il borgo si trova in collina, sul territorio comunale sorgono alcune delle più belle spiagge dell’isola come l’Innamorata, la spiaggia di Madonna delle Grazie e Lacona: una delle più amate dai giovani.

La zona era già popolata nell’epoca etrusco-romana. Sono state trovate monete e statuette ora conservate a Napoli nel Museo Archeologico. Durante l’Impero Romano sono stati documentati i nomi Caput Liberum, Capitis Ilvae, Caput Liseri o Caput Liveri. Il significato non è certo. Forse il nome sta in rapporto con il Dio Liber o Bacco. Dato che già Plinio descrisse la viticoltura della regione, questa spiegazione, secondo alcuni storici, sarebbe possibile.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, cioè durante i Regni romano-barbarici, l’Elba diventò un rifugio per la popolazione dell’Italia centrale. Dall’XI al XIV secolo fece parte del Comune di Pisa; dal 1399 fu governata dal Duca di Piombino. Nel 1548 fu ceduta a Cosimo I de’ Medici (1519-1574), primo Granduca di Toscana. Filippo III di Spagna conquistò Porto Longone nel 1596 e nel 1709 diventò parte del Regno di Sicilia.

Dopo la campagna d’Italia di Napoleone I nel 1799 la popolazione di Capoliveri sviluppò una resistenza ostinata. Quando i cittadini uccisero un gruppo di soldati francesi in fuga da Longone, il contrattacco di una guarnigione proveniente da Portoferraio distrusse quasi tutto il paese. Questo sfondo storico spiega perché quando Napoleone I, nel 1814, arrivò in esilio come Re dell’Elba, fu accolto con scetticismo a Capoliveri, mentre tutti gli altri comuni dell’Elba lo salutarono come liberatore. I cittadini rifiutarono il pagamento delle tasse; la resistenza fu guidata da due preti locali. Terminò, però, quando questi organizzatori furono arrestati.

Durante il Risorgimento il medico Vincenzo Silvio (nato a Capoliveri il 9 maggio 1805) era conosciuto come patriota. Fu arrestato a Roma per le sue idee sullo stato nazionale e rinunciò alla sua carriera; venne licenziato “per incapacità”. Dopo l’unificazione italiana, nel 1860 tornò a Capoliveri come medico militare. Dopo la sua morte (1873) furono distrutti i documenti famigliari e per questo il personaggio fu dimenticato per molti anni. Oggi una associazione privata si dedica a ricerche sulla sua vita e ha chiesto all’Amministrazione comunale di intitolargli una via del paese.

Oggi una delle risorse economiche più importanti per Capoliveri è il turismo.

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